Laudato Si'
Celebrazione dell'800° anniversario del "Cantico delle creature” di San Francesco d'Assisi in occasione della XXIV Settimana della Lingua Italiana nel Mondo
Giovedì 17 ottobre 2024, nella suggestiva cornice della Chiesa Parrocchiale di Sant'Antonio da Padova in Via dei Senatori a Varsavia, officiata dall'Ordine dei Frati Minori, si è tenuto un evento di grande rilevanza culturale e spirituale. Organizzato dalla Società Dante Alighieri-Comitato di Varsavia con la Parrocchia di Sant'Antonio da Padova e la Parrocchia della Natività della Beata Vergine Maria, che attualmente è guidata da due sacerdoti italiani. L'incontro ha celebrato un'importante ricorrenza: gli 800 anni dalla composizione del "Cantico delle creature" di San Francesco d'Assisi. L'evento si è svolto nell'ambito della XXIV Settimana della Lingua Italiana nel Mondo, volta a promuovere l'eredità culturale della lingua italiana e il suo impatto sulla cultura mondiale.
La serata è stata animata dal Coro Papale di Varsavia sotto la battuta del Maestro Zofia Borkowska e con l'accompagnamento all'organo di Krzysztof Łazutka che hanno eseguito per la prima volta a Varsavia il famoso inno "Fratello Sole, sorella Luna" di Riz Ortolani, composto nel 1972 per l'omonimo film di Francesco Zeffirelli. Il caloroso benvenuto da parte del superiore del convento dei francescani il Padre Lech Dorobczyński OFM, ha fatto sentire a casa tutti i convenuti con il saluto francescano: "Buongiorno Brava Gente". Gli ha fatto seguito Karol Paolicelli, che a nome del Comitato di Varsavia della Società Dante Alighieri ha espresso la gratitudine per la partecipazione e l'ospitalità, sottolineando il valore spirituale della Chiesa di Sant'Antonio a Varsavia, che custodisce le reliquie di San Francesco, rendendo l'occasione ancora più significativa.
Il "Cantico delle creature”, conosciuto anche come “Laudes Creaturarum”, scritta tra il 1224 e il 1226, è considerato uno dei primi testi letterari in lingua volgare italiana. È una preghiera di lode che unisce l'uomo al creato e il creato al suo Creatore, riflettendo un profondo legame spirituale e di gratitudine all'Altissimo, Onnipotente e Buon Signore.
"San Francesco, con la sua umile e semplice preghiera, ha reso omaggio a tutte le creature, creando un legame tra l'umanità e il mondo che la circonda. Il suo cantico non è solo una preghiera, ma anche una celebrazione dell'amore per la natura, la cui bellezza diventa testimonianza diretta della gloria di Dio. Il Cantico di Frate Sole è rimasto per secoli una fonte d’ispirazione non solo per i cattolici, ma anche per fedeli di altre confessioni religiose, oltre che per movimenti ecologici e sociali, che ne traggono un messaggio di sviluppo sostenibile e rispetto per la natura" - ha sottolineato Karol Paolicelli nel corso del suo intervento.
"Papa Francesco, nell'annuncio dell'Anno Santo della Redenzione 2025 nella bolla Spes non confundit, ha posto particolare enfasi sull'attualità di quest'opera alla luce delle sfide che il mondo moderno deve affrontare. Il Giubileo dell'Anno Santo 2025 sarà un'opportunità per promuovere l'universalità della lingua italiana e il suo valore come strumento di comunicazione interculturale, un compito iniziato da San Francesco scrivendo il suo cantico in dialetto umbro, in un’epoca in cui il latino era ancora la lingua dominante nel contesto religioso" - ha aggiunto.
Nel corso dell'evento, è stata presentata una nuova traduzione comparativa della “Canzone delle creature” in lingua polacca, realizzata dallo stesso presidente della Società Dante Alighieri di Varsavia, Carlo Paolicelli.
"Siamo onorati di poter presentare oggi, a Varsavia, nell’ambito della Settimana della Lingua Italiana, una nuova traduzione comparativa del Cantico di Frate Sole in lingua polacca. Questa nuova versione, curata personalmente dal presidente della nostra Società Dante Alighieri, si distingue dalle precedenti traduzioni di Edward Porębowicz del 1924 e di Leopold Staff del 1994. Il nostro obiettivo è riprodurre nel modo più fedele possibile sia la forma poetica sia la precisione linguistica che San Francesco scelse, attingendo al polacco antico medievale per evidenziare le comuni radici semantiche delle lingue europee. - ha detto Karol Paolicelli.
Nel cantico si esprime una totale lode e devozione a Dio, il cui nome non deve essere invocato invano, ma lodato attraverso le sue creature. La lode si svolge su tre livelli: secundum hominem, secundum deum e secundum se. Questo significa che ogni creatura è lodata per la sua utilità per l'uomo, per la sua manifestazione divina e per ciò che essa è nella sua essenza. Il testo si divide in dodici strofe di lunghezza variabile (da due a cinque versi), non vincolate a uno schema metrico rigoroso. Come nell’originale, non c’è uno schema di rime definito, ma il ritmo richiama i canti biblici, confermando l'ipotesi che il testo fosse destinato a momenti liturgici e di preghiera.
L'ultimo verso rappresenta una scoperta linguistica particolare, che presentiamo per la prima volta a Varsavia. La parola "serviateli" nell'antico italiano è stata tradotta come un invito ai fratelli a servire il Signore nelle sue creature con grande umiltà. Fino ad oggi si era utilizzata la traduzione "servire il Signore", senza notare che la desinenza di "serviateli" non è singolare, ma plurale. La corretta traduzione di questo termine indica che il testamento di Francesco invita a servire Dio servendo tutte le sue creature".
Uno dei momenti più toccanti della serata è stata la lettura del Cantico nelle lingue italiana e polacca, affidata al giovane sacerdote italiano Elia Calligarin della Parrocchia della Natività di Maria Santissima e al parroco padre Lech, che con le loro voci accorate hanno ridato vita al testo di San Francesco. La loro riflessione successiva ha offerto uno sguardo profondo sulle sfide spirituali del nostro tempo, mettendo in luce la forza e l'universalità del messaggio francescano.
La celebrazione si è conclusa con un invito a riflettere sul valore della lingua italiana come ponte tra culture e tempi diversi. La lingua di San Francesco, pur essendo stata scritta in un dialetto umbro e in un'epoca dominata dal latino, ha aperto la strada alla nascita della lingua italiana moderna. Il Cantico delle creature rimane una testimonianza preziosa della capacità della parola di unire, ispirare e promuovere valori universali, proprio come ha fatto nei secoli passati e come continua a fare oggi.
L'evento è stato un'importante testimonianza del legame tra la spiritualità francescana e la cultura italiana, che non teme i confini dello spazio e del tempo, celebrando allo stesso tempo l'arte della traduzione come strumento di dialogo e comprensione tra popoli e culture.
fra' Lech Dorobczyński OFM, parroco della Parrocchia di Sant'Antonio
Don Elia Callegarin, viceparroco della Parrocchia della Natività di Maria SS.
Karol Paolicelli, Società Dante Alighieri Comitato di Varsavia
Foto Karol Paolicelli
Foto Jakub Kusio
Foto Jakub Kusio
Foto Jakub Kusio
Foto Jakun Kusio
Foto Jakub Kusio
Foto Karol Paolicelli
Coro Pontificio di Varsavia
Foto Bolesław Sobczyński
Foto Bolesław Sobczyński
Quadro di San Francesco d'Assisi nella Chiesa di Sant'Antonio da Padova
Quadro miracoloso di Sant'Antonio da Padova nell'omonima Chiesa parrocchiale
Reliquie di San Francesco d'Assisi nella Chiesa di Sant'Antonio da Padova
I testi
Cantico delle Creature
Codice 338, f.f. 33r - 34r, sec. XIII, Biblioteca del Sacro Convento di San Francesco, Assisi
Altissimu, onnipotente, bon Signore, *
Tue so’ le laude, la gloria e l’honore et onne benedizione.
Ad Te solo, Altissimo, se konfane, +
e nullu homo ène dignu Te mentovare.
Laudato sie, mi’ Signore, cum tutte le Tue creature, *
spezialmente messor lo frate Sole, +
lo qual è iorno et allumini noi per lui.
Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore: *
de Te, Altissimo, porta significazione.
Laudato si’, mi’ Signore, per sora Luna e le stelle: +
in celu l’ài formate clarite e preziose e belle.
Laudato si’, mi’ Signore, per frate Vento +
e per aere e nubilo e sereno et onne tempo,
per lo quale a le Tue creature dài sustentamento.
Laudato si’, mi’ Signore, per sor’Acqua, +
la quale è multo utile et humile e preziosa e casta.
Laudato si’, mi’ Signore, per frate Focu, *
per lo quale ennallumini la notte:
et ello è bello e iocundo e robustoso e forte.
Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra matre Terra,
la quale ne sustenta e governa, +
e produce diversi frutti con coloriti flori et herba.
Laudato si’, mi’ Signore,
per quelli ke perdonano per lo Tuo amore +
e sostengo infirmitate e tribulazione.
Beati quelli ke ’l sosterrano in pace,
ka da Te, Altissimo, sirano incoronati.
Laudato si’, mi’ Signore,
per sora nostra Morte corporale,
da la quale nullu homo vivente po’ skappare:
guai a quelli ke morrano ne le peccata mortali;
beati quelli ke trovara` ne le Tue santissime voluntati,
ka la morte secunda no ’l farrà male.
Laudate e benedicite lu mi signore et rengratiate
e serviateli cum grande humilitate.
Pieśń stworzeń
Laudes Creaturarum, Św. Franciszka z Asyżu, 1224 r.
Tłumaczenie polskie: Carlo Paolicelli, 2024 r. - Komitet Towarzystwa Dante Alighieri w Warszawie
Najwyższy, wszechmogący, dobry Panie,
Twoje są chwały, sława, cześć i wszelkie błogosławieństwo.*
Tobie jeno, o Najwyższy, przystają, +
i żaden człowiek nie jest godzien brać imienia Twego.
Chwałen bądź, mój Panie, ze wszystkiemi Twemi stworzeniami,*
szczególnie z panem bratem Słońcem,*
które jest dniem i oświecasz nas przez niego.
A ono jest piękne i promieniste z wielkim blaskiem +
Twego, Najwyższy, niesie znaczenie.
Chwałen bądź, mój Panie, za siostrę naszą Księżyc i Gwiazdy *
na niebieś je stworzył jasne, drogocenne i piękne.
Chwałen bądź, mój Panie, za brata Wiatr, +
za powietrze, obłoki, pogodę i każdą porę,
przez które Twym stworzeniom dajesz utrzymanie.
Chwałen bądź, mój Panie, za siostrę naszą Wodę,*
która jest bardzo pożyteczna i pokorna, i drogocenna, i czysta.
Chwałen bądź, mój Panie, za brata Ognia, +
przez który rozświetlasz noc,
a on jest piękny, i radosny, i krzepki, i silny.
Chwałen bądź, mój Panie, za naszą siostrę, matkę Ziemię,
która nas żywi i prowadzi, i wydaje rozliczne owoce, +
barwne kwiaty i trawę.
Chwałen bądź, mój Panie, za tych, co z miłości ku Tobie +
przebaczają i znoszą choroby i udręki.
Błogosławieni, co je w pokoju znoszą, *
bo od Ciebie, Najwyższy, +
będą ukoronowani.
Chwałen bądź, mój Panie, za naszą siostrę Śmierć cielesną, +
od której żaden żywot ludzki uciec nie może *
biada tym, co umrzą w grzechach śmiertelnych;
błogosławieni, których znajdziesz w Twojej najświętszej woli, +
bo druga śmierć nie uczyni im krzywdy.
Chwalcie i błogosławcie mego Pana i dziękujcie, +
i służcie im z wielką pokorą.